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Dalla terza Sala degli Arazzi si accede alla Sala della Lanterna, nome che le deriva dal grande lucernario aperto nel soffitto dall'architetto Giacomo Tazzini nel 1822-23. L'intervento era diretto a migliorare la luminosità di una sala che riceveva luce da due sole finestre. Qui in epoca napoleonica nel corso delle cerimonie ufficiali si davano convegno i grandi Corpi dello Stato ed era forse il luogo che solo la famiglia imperiale e pochi altissimi personaggi potevano oltrepassare verso la Sala del Trono. La decorazione era stata comandata ad Appiani dal viceré Eugenio Beauharnais; il pittore aveva dipinto nella curva della volta alcuni episodi della storia romana, al centro dei quali si riconoscevano Coriolano, Muzio Scevola, Romolo e Tazio, Scipione l'Africano. In tempi più recenti, la Sala fungeva da Galleria delle Battaglie del Risorgimento: sulle due pareti erano stati collocati nove grandi dipinti che evocavano nella maggior parte luoghi gloriosi delle vicende che avevano determinato, finalmente, la costituzione del Regno dell'Italia unita. Il camino, ora scomparso, ospitava una pendola in bronzo dorato, opera rinomata di Luigi Manfredini (bronzista che aveva dotato il Palazzo di una collezione di oggetti notevole). Oggi, la Sala della Lanterna offre allo sguardo del visitatore lo stupefacente centrotavola ordinato dal viceré Eugenio, figliastro di Napoleone. Egli destinò molto denaro e molte energie al completamento dell'arredo del palazzo, dotandolo soprattutto di quel sontuoso ed elegante sediame che ancora oggi ammiriamo: oro, o bianco e oro, sui quali le superbe stoffe seriche di Lione facevano apparire il fasto della nuova corte napoleonica, non indegno dell'eleganza delle corti d'antico regime. Secondo l’inventario redatto nel 1814 questa sala era denominata “Sala d’Udienza” ed era così arredata: “tappezzata di lampasso fondo verde e fiori a botton d'oro, la stessa stoffa dei drappeggi delle finestre sostenuti da quattro bastoni intagliati dorati e ammobiliata con due "tavoli grandi in tinta, e intagli dorati con Lastra di marmo", con trentaquattro "scagni", due poltrone e trentasei sgabelli "in tinta ed intagli dorati" e con sei candelabri disposti a coppie sul caminetto e sui tavoli, ai lati dei vasi di porcellana "fondo bleu e d'oro" di Sèvres e di un orologio di bronzo dorato.”
From the third Hall of Tapestries we enter the Lantern Hall, a name that comes from the wide skylight opened in the ceiling by architect Giacomo Tazzini in 1822-23. The work was meant to improve the light intensity inside a room that received light from just two windows. Here during the Napoleonic era the State Corps had their meetings during the course of official ceremonies and it was the only place that the imperial family and few others significant figures could cross to reach the Throne Room. The decoration was commissioned to Andrea Appiani by the viceroy. The artist painted on the ceiling vault some episodes from roman history, into which we recognize Coriolanus, Muzio Scaevola, Romulus and Tatius, Scipio Africanus. In more recent times the hall was used as Gallery of the battles of the Risorgimento period: on two of the walls nine large paintings were affixed, depicting the glorious places of the episodes that eventually established the foundation of the Reign of Italy. The fireplace, now missing, housed a gilded bronze pendulum clock, a renowned work by Luigi Manfredini (bronze worker who had equipped the building of a collection of remarkable objects). Today the Lantern Room offers to the visitor the magnificent view of a huge centerpiece commissioned by the viceroy Eugenio. He contributed with plenty of energy and money to the completion of the palace furniture, especially providing the sumptuous and elegant seats that we can still admire today: golden, or golden and white, onto which the superb silk fabrics from Lyon conveyed the fast of the new Napoleonic court, well worthy of the elegance of the Ancient Regime courts.